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Caspar Friedrrich Cimitero nella neve (Friedhof im Schnee) 1826 Olio su tela 30 x 26 Lipsia, Museum der bildenden Künste
La data del dipinto figura nella croce di destra. Si tratta di una circostanza insolita, derivata forse dall'intenzione di commemorare la scoparsa di qualcuno. Basandosi su di un disegno dell'anno precedente, l'artista ha rappresentato un piccolo cimitero di paese. L'immagine si focalizza su pochi elementi: la fossa appena scavata in primo piano, le tombe nella neve, il portale d'ingresso, un gruppo di alberi spogli. Con una scelta inconsueta, Friedrich ha adottato un punto di vista opposto a quello che ritorna in altre sue tele di analogo soggetto: il cimitero non è infatti osservato da fuori, bensì all'interno.
Lo spettatore viene così a trovarsi dentro lo spazio della morte, che si impone al suo cospetto con l'evidenza della sepoltura resa inequivocabile dalle due pale abbandonate dai becchini. La scena si carica in tal modo di un senso d'attesa, e l'assenza di personaggi diventa metafora della scomparsa dal mondo terreno. E' un memento mori di forte pregnanza, che rammenta senza mezzi termini l'ineluttabilità del destino umano. La desolazione e la solitudine di tale verità sono accresciute dalla scelta consueta della stagione invernale, tradizionale metafora della fine della vita.
Nella giovinezza dell'artista la ricorrenza del tema funebre nasceva dall'influenza delle idee di Nicolai Abildgaard, suo insegnante a Copenaghen, e dal clima culturale dell'epoca, impregnato delle suggestioni dei "Canti" di Ossian e dell'elegia dedicata a Edward Young al "Lamento, ovvero pensieri notturni sulla vita, la morte e l'immortalità". La crescente ripresa di tali soggetti dopo la metà degli anni venti è invece dettata dalle delusioni politiche e professionali, ma anche dall'invecchiare di Friedrich, ormai entrato nella seconda fase della sua esistenza. (Mar L8v)
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