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Peter Paul Rubens - Psiche (L’ Aurora) Bozzetti per le tele della Torre Parada 1636 circa olio su tavola - 33 x 23,5 cm. Museo de Bellas Artes, La Coruña
Questa scena mitologica raffigura una donna che sale su un trono di nuvole, parzialmente coperto da una veste; solleva il braccio destro verso l’alto, tenendo in mano un vaso di vetro. Per qualche tempo questa figura femminile è stata interpretata come l’Aurora, ma nuovi studi l’hanno identificata come Psiche che porta l’elisir di giovinezza al ritorno dall’Ade. Rubens si ispirò per ricrearla a uno dei personaggi principali delle “Metamorfosi” o all’opera “L’asino d’oro” dell’autore latino del II° secolo Lucio Apuleio. Secondo il mito classico, Venere, gelosa della bellezza di Psiche, incaricò il figlio Cupido di ispirarle l’amore per l’uomo più orrendo che potesse trovare, ma il dio stesso si innamorò di lei e la portò in un palazzo dove la visitava solo di notte per non essere riconosciuto.
Mossa dalla curiosità, la giovane volle contemplarlo e Cupido la abbandonò per punirla della sua disobbedienza. In seguito, Psiche girò il mondo alla sua ricerca e Venere le impose compiti dolorosi, come scendere negli inferi e riportare una fiaschetta con l’elisir di giovinezza e bellezza che Proserpina le avrebbe dato. Disobbedendo al consiglio di non aprirla, nel farlo si sprigionò un sogno mortale che avvolse Sique e che Cupido strappò dal suo corpo e rimise nella fiala. Alla fine Giove la rese immortale. Si tratta di uno degli schizzi preparatori realizzati da Rubens per far parte di un progetto decorativo che Filippo IV commissionò al pittore per decorare la Torre de la Parada, un palazzo situato nei pressi di Madrid che il re utilizzava per le sue battute di caccia.
Il gruppo più importante, composto da opere su temi mitologici e figure allegoriche, si ispira in gran parte all’opera del poeta latino Ovidio, le “Metamorfosi”. Rubens iniziò questo progetto dipingendo circa sessantatré schizzi a olio su piccole tavole, che lui stesso, i pittori della sua bottega e altri artisti che lavoravano ad Anversa trasformarono in tele di grande formato tra il 1636 e il 1637, inviate poi a Madrid nel 1638. Il dipinto definitivo di questo schizzo intitolato “Psiche” è andato perduto o risulta introvabile. Dei circa cinquanta bozzetti rimasti, una decina appartengono al Museo Nacional del Prado e gli altri sono sparsi in collezioni private e in vari musei europei e americani (Bruxelles, Zurigo, Londra, Berlino, Rotterdam, Rochefort e Bayonne in Francia, Richmond e Chicago negli Stati Uniti). Questo pannello, rubato insieme a quello raffigurante “Dedalo” dalla precedente sede del Museo nel 1985, è stato recuperato nel 1991 a Miami (Florida). (M.@rt)
Edited by Milea - 30/6/2023, 22:57
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