Salvador Domingo Felipe Jacinto Dalí Domènech, Biografia dell'artista

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view post Posted on 3/1/2011, 23:09     +2   +1   -1
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Salvador Domingo Felipe Jacinto Dalí Domènech


L'unica differenza tra me e un pazzo è che io non sono pazzo...



Salvador Domingo Felipe Jacinto Dalí Domènech, nasce l'11 maggio 1904 nella cittadina di Figueres, in Catalogna, vicino al confine francese. Suo fratello maggiore, anch'egli di nome Salvador (nato il 12 ottobre 1901), era morto di meningite nove mesi prima. Il padre, Salvador Dalí y Cusí, era un avvocato e notaio, la cui rigidità nell'applicazione della disciplina viene temperata dalla moglie, Felipa Domènech Ferrés, che incoraggia le aspirazioni artistiche del figlio.

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All'età di cinque anni Dalí viene condotto sulla tomba del fratello dai genitori, che gli dicono che lui è la sua reincarnazione, idea della quale finisce per convincersi. Di suo fratello Dalí dice: "Ci somigliavamo come due gocce d'acqua, ma rilasciavamo riflessi diversi. Probabilmente lui era una prima versione di me, ma concepito in termini assoluti".
Dalí ha anche una sorella, Ana María, di tre anni più giovane di lui, che nel 1949 pubblicherà un libro sul fratello, “Dalì visto da sua sorella”.
Dalí frequenta una scuola d'arte. Nel 1919 durante una vacanza a Cadaqués, scopre la pittura moderna. L'anno seguente il padre di Dalí organizza nella residenza di famiglia una mostra dei suoi disegni a carboncino. La prima vera esposizione pubblica avviene nel 1919 al Teatro Municipale di Figueres.

Nel febbraio 1921 la madre di Dalí muore per un tumore al seno. Dalí ha sedici anni; in seguito dirà che la morte della madre "è stata la disgrazia più grande che mi sia capitata nella vita. La adoravo... Non potevo rassegnarmi alla perdita di una persona su cui contavo per rendere invisibili le inevitabili imperfezioni della mia anima." Dopo la sua morte il padre sposa la sorella della moglie scomparsa. Dalí non si risente per le nuove nozze, perché ama e rispetta molto la zia.


Nel 1922 Dalí va a vivere nella Residencia de Estudiantes di Madrid e studia all'Academia de San Fernando (Accademia di belle arti). Attira già interesse su di sé, con i suoi modi da eccentrico dandy. Porta i capelli e le basette lunghe, e si veste con giacche, calze lunghe e calzoni alla zuava come gli esteti britannici alla moda della fine del XIX secolo. Sono però i suoi dipinti, nei i quali mostra di accostarsi al cubismo, a guadagnargli in effetti l'attenzione dei suoi compagni di corso. Nel 1924 l'ancora sconosciuto Salvador Dalí realizza per la prima volta le illustrazioni per un libro: si tratta dell'edizione in catalano del poema Les bruixes de Llers del suo amico e compagno di studi Carles Fages de Climent.




Dalí si accosta anche al movimento dadaista, che continuerà ad influenzare il suo lavoro per tutta la sua vita. Alla Residencia diventa intimo amico, tra gli altri, di Pepín Bello, di Luis Buñuel e del poeta Federico García Lorca.

Nel 1926 Dalí viene espulso dall'Academia, poco prima di sostenere gli esami finali, poiché afferma che nessuno in quell'istituto è abbastanza competente per sottoporre ad esame uno come lui.
La sua maestria è già evidente dal notevole realismo del Cestino di pane, dipinto in quello stesso anno. Sempre in quell'anno visita per la prima volta Parigi, dove incontra Pablo Picasso, che lui ammira profondamente. Negli anni successivi, mentre sviluppa un proprio stile, Dalí realizza diverse opere fortemente influenzate dall'arte di Picasso e di Miró.

Egli assorbe influssi da moltissimi stili artistici diversi, spaziando dalla pittura classica all'avanguardia più estrema. Si serve sia di tecniche classiche che moderne, talvolta impiegandole in opere separate, talvolta usandole tutte nello stesso dipinto. A Barcellona le esposizioni delle sue opere attraggono molta attenzione, e i critici si dividono tra quelli entusiasti e quelli invece parecchio perplessi.
Dalí si fa crescere dei vistosi baffi, ispirato da quelli del grande maestro del Seicento spagnolo Diego Velázquez. I baffi finiranno per diventare un tratto inconfondibile e caratteristico del suo aspetto, per il resto della vita.


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Nel 1929 Dalí collabora con il regista surrealista Luis Buñuel alla realizzazione del cortometraggio “Un chien andalou.” Il suo contributo principale consiste nell'aiutare Buñuel a scrivere la sceneggiatura del film anche se in seguito affermerà di aver avuto un ruolo significativo anche nella realizzazione tecnica del progetto, fatto che non trova riscontro nelle testimonianze dell'epoca. Nell'agosto di quello stesso anno incontra la sua musa, fonte di ispirazione e futura moglie Gala, il cui vero nome è Elena Ivanovna Diakonova. È un'espatriata russa di undici anni più vecchia di lui che in quel momento è sposata con il poeta surrealista Paul Éluard.

Sempre in quell'anno Dalí realizza delle importanti mostre diventando un pittore professionista e si unisce ufficialmente al gruppo dei surrealisti del quartiere parigino di Montparnasse, che apprezzano molto quello che Dalí definisce il suo metodo paranoico-critico per esplorare il subconscio e raggiungere un maggior livello di creatività artistica.

Nel frattempo i rapporti tra il pittore e il padre sono vicini ad un punto di rottura: Don Salvador Dalí y Cusí disapprova con forza la storia d'amore tra il figlio e Gala e ritiene che la sua vicinanza ai surrealisti abbia un pessimo effetto sul suo senso morale. Lo strappo definitivo avviene quando Don Salvador legge su un quotidiano di Barcellona che recentemente a Parigi il figlio ha esposto un disegno del "Sacro Cuore di Gesù Cristo" insieme ad una scritta provocatoria "Qualche volta, per divertimento, sputo sul ritratto di mia madre".

Indignato, Don Salvador pretende che il figlio smentisca pubblicamente. Dalí rifiuta, forse per timore di essere allontanato dal gruppo dei surrealisti, e il 28 dicembre 1929 viene cacciato via con la forza dalla casa paterna. Il padre gli dice che intende diseredarlo e gli intima di non mettere mai più piede a Cadaqués. In seguito Dalí sosterrà che, come tutta risposta, mise in mano al padre un preservativo contenente il suo sperma dicendogli "Tieni. Ora non ti devo più nulla!"
L'estate successiva Dalí e Gala affittano un piccolo capanno da pescatori in una baia nei pressi di Port Lligat e nel corso degli anni gradualmente la fa ingrandire trasformandola poco a poco nella sua adorata villa sul mare.
Nel 1931 Dalí dipinge una delle sue opere più famose, La persistenza della memoria, che presenta la surrealistica immagine di alcuni orologi da taschino diventati flosci e sul punto di liquefarsi.






Dalí e Gala, dopo aver convissuto a partire dal 1929, si sposano nel 1934 con una cerimonia civile. Nel 1958 si risposeranno con rito cattolico. Nel 1934 espone a New York, creando scalpore e interesse.
Mentre la maggior parte degli artisti surrealisti tende ad assumere posizioni politiche di sinistra, Dalí si mantiene ambiguo e si rifiuta di condannare esplicitamente il fascismo. Questo è uno dei fattori che crea dei problemi nei rapporti con i suoi colleghi. Più tardi, sempre nel 1934, Dalí viene sottoposto a un "processo" a seguito del quale viene formalmente espulso dal gruppo dei surrealisti. Come reazione Dalí dice: "Il surrealismo sono io".

Nel 1936 Dalí partecipa all'Esposizione internazionale surrealista di Londra. Tiene la sua conferenza, intitolata Fantômes paranoïaques authentiques, vestito con tuta e casco da palombaro. Tiene in mano una stecca da biliardo e due levrieri russi al guinzaglio ma deve togliersi il casco da palombaro perché è rimasto senza fiato. Commenta: "Ho solo voluto mostrare che mi stavo “immergendo a fondo”nella mente umana."

Nel 1939 Breton conia per il pittore spagnolo il denigratorio soprannome di "Avida Dollars", anagramma di Salvador Dalí che può essere tradotto come bramoso di dollari. Si tratta di un modo per deridere la crescente commercializzazione delle opere di Dalí. Alcuni surrealisti da allora in poi parlano di lui solo al passato remoto, come se fosse morto. Il movimento surrealista e alcuni suoi membri continueranno a polemizzare duramente con Dalí fino al momento della sua reale morte e anche oltre.




Nel 1940 Dalí e Gala concepiscono il loro unico figlio, José Van Roy Dalí. In Europa scoppia la seconda guerra mondiale e così i Dalí si trasferiscono negli Stati Uniti, dove vivono per otto anni.
L'anno seguente Dalí imposta il canovaccio di un film per Jean Gabin intitolato Ondata d'amore. Nel 1942 pubblica la propria autobiografia, La vita segreta di Salvador Dalí. Scrive i cataloghi delle sue esposizioni, come quella alla Knoedler Gallery di New York del 1943. Scrive anche un romanzo, pubblicato nel 1944, che parla di un salone di moda per automobili. Edwin Cox, sul Miami Herald ne fa una vignetta che ritrae Dalí mentre veste un'automobile con un abito da sera.


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A partire dal 1949 Dalí tornò a vivere nella sua amata Catalogna. La scelta di vivere in Spagna mentre questa era ancora governata da Franco gli attirò critiche da parte dei progressisti e da diversi altri artisti. È anche probabile che il diffuso rifiuto delle ultime opere di Dalí da parte di alcuni surrealisti e critici d'arte sia in parte da attribuirsi a ragioni politiche più che ad una valutazione artistica delle opere stesse. Nel 1959 André Breton organizza una mostra chiamata Omaggio al surrealismo, per celebrare il quarantesimo anniversario del movimento, con opere di Dalí, Joan Miró, Enrique Tábara e Eugenio Granell.

In questa parte della sua carriera Dalí non si limita ad esprimersi con la pittura, ma sperimenta anche nuove tecniche artistiche e di comunicazione mediatica: realizza opere sviluppando macchie d'inchiostro casuali lanciate sulla tela ed è tra i primi artisti a servirsi di olografie. Molte delle sue opere comprendono illusioni ottiche.
Nei suoi ultimi anni, giovani artisti come Andy Warhol definiscono Dalí una delle più importanti influenze sulla Pop art.

Dalí si interessa anche di scienze naturali e di matematica. Quest'interesse si vede in diversi dei suoi dipinti, specialmente quelli degli anni cinquanta, in cui dipinge i propri soggetti come se fossero composti da corni di rinoceronte. Secondo Dalí il corno di rinoceronte rappresenta la geometria divina perché cresce secondo una spirale logaritmica. Lega il tema del rinoceronte anche a quello della castità e della Vergine Maria. Dalí è affascinato anche dal DNA e dall'ipercubo (un cubo a quattro dimensioni); uno sviluppo dell'ipercubo è ben visibile nel dipinto Crocefissione (Corpus Hypercubus).

Il periodo di Dalí successivo alla seconda guerra mondiale si caratterizza per il suo virtuosismo tecnico e per l'interesse per le illusioni ottiche, la scienza e la religione. La sua devozione per la religione cattolica aumenta e, allo stesso tempo, rimane profondamente impressionato da quanto successo ad Hiroshima e dalla nascita dell'"era atomica". Di conseguenza Dalí definisce questo periodo come quello del Misticismo nucleare.

Nel periodo del Misticismo nucleare si inseriscono anche lavori notevoli come La stazione di Perpignan (1965) e Torero allucinogeno (1968-70).
Nel 1960 Dalí inizia a lavorare al Teatro-Museo Dalí nella sua cittadina natale di Figueres; si tratta del suo progetto più grande e richiede la maggior parte delle sue energie fino al 1974. Continuerà poi a fare altre occasionali aggiunte fino alla metà degli anni ottanta.


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Nel 1968 Dalí realizza un filmato pubblicitario per la televisione per conto della cioccolata Lanvin e l'anno successivo disegna il logo dei celebri lecca lecca Chupa Chups. Sempre nel 1969 è responsabile della campagna pubblicitaria dell'Eurofestival e crea una grande scultura metallica che viene posta sul palco del Teatro Real di Madrid dove si svolge la manifestazione canora.
Nel 1980 la salute di Dalí riceve un colpo durissimo; la moglie Gala, colpita da una forma lieve di demenza senile, probabilmente gli somministra un pericoloso cocktail di medicinali senza che gli fossero prescritti, danneggiandogli il sistema nervoso e provocando la precoce fine delle sue capacità artistiche. All'età di 76 anni Dalí è ridotto a un relitto e la sua mano destra trema in maniera terribile in preda a sintomi molto simili a quelli del morbo di Parkinson.

Nel 1982 Re Juan Carlos I di Spagna concede a Dalí il titolo di Marchese di Púbol, che più tardi il pittore ripagherà donando al Re un disegno (che sarà anche il suo ultimo) quando il Re gli farà visita sul letto di morte.

La moglie Gala muore il 10 giugno 1982. Dopo la morte di Gala Dalí perde la maggior parte della sua voglia di vivere. Si lascia deliberatamente disidratare, forse un tentativo di suicidio o forse un tentativo di porsi in uno stato di animazione sospesa, come ha letto che possono fare alcuni microorganismi. Si trasferisce da Figueres al Castello di Púbol, che aveva comprato per Gala e dove lei era poi morta. Nel 1984, in circostanze non del tutto chiare, scoppia un incendio nella sua camera da letto. Forse si tratta di un altro tentativo di suicidio di Dalí o forse la causa è semplicemente una negligenza del personale. In ogni caso Dalí viene salvato e ritorna a Figueres, dove un gruppo di suoi amici, protettori e colleghi artisti ritengono sia meglio per lui trascorrere i suoi ultimi anni nel suo Teatro-museo.

Nel novembre 1988 Dalí viene ricoverato in ospedale per un attacco di cuore. Il 23 gennaio 1989 muore per un altro attacco di cuore. Ha 84 anni. Viene sepolto all'interno del suo Teatro-Museo di Figueres, che si trova dall'altro lato della strada rispetto alla chiesa in cui è stato battezzato e dove si è svolto il suo funerale, e solo a tre isolati di distanza dalla casa in cui era nato.


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Bibliografia delle opere trattate: Rizzoli/Skira, I classici dell'arte





Edited by Milea - 22/8/2022, 13:49
 
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I Simboli di Dalí


"Ho un pensiero daliniano: l’unica cosa di cui il mondo non avrà mai abbastanza è l’esagerazione"

Salvador Dalì




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Lo stile di Dalí è ricco di simboli e immagini ricorrenti, per lo più tratti dalla vita quotidiana; elaborati dalle esperienze infantili, fino alla successiva infatuazione per le teorie di Freud. Attraverso la sua arte, Dalí elaborava le proprie paure, la sessualità e i suoi oggetti preferiti, che a loro volta sono diventati simboli eterni dell’essenza stessa del suo pensiero surrealista. Un simbolo, in particolare,divenne l’icona più riconoscibile di Salvador Dalí; l’orologio molle, che si trova nell’intero corpus delle sue opere.



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Gli Orologi Molli di Dalí

L’Orologio Molle è una delle immagini di Dalí più famose. Questi orologi che si sciolgono, diventati il suo “marchio di fabbrica”, hanno origine dal suo più famoso dipinto del 1931, La Persistenza della Memoria. Nel mondo di Salvador Dalí, il tempo non è rigido; è un tutt’uno con lo spazio ... fluido e senza limiti. L’inaspettata malleabilità dell’orologio implica che l’orologio stesso non può più funzionare, e, di conseguenza, perde ogni significato. Con l’uso di questo simbolo Dalí tentava di comunicare che la percezione umana del tempo cambia a seconda dell’umore e delle azioni.







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Le Formiche di Dalí

All’età di cinque anni Salvador Dalí vide un insetto mentre veniva divorato dalle formiche, del quale non rimase nulla, eccetto il guscio. Le formiche nei dipinti e nelle sculture di Dalí fanno riferimento alla morte e al declino, ricordando la mortalità dell’essere umano e la temporaneità. Rappresentano inoltre l’irrefrenabile desiderio sessuale.










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Le Uova di Dalí

L’uovo è un altro motivo daliniano data la dualità dell’esterno duro e dell’interno molle. Salvador Dalí collega l’uovo alle immagini prenatali e all’universo intrauterino, simboleggiando, pertanto, la speranza e l’amore.










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Le Stampelle di Dalí

Da ragazzo, Dalí trovò una vecchia stampella in soffitta, e ne fu immediatamente affascinato. L’oggetto diventa per lui un feticcio, gli dà sicurezza, e si trasformerà in seguito in un motivo familiare nella sua opera. Fondamentalmente, la stampella simbolizza qualcosa o qualcuno di debole e incapace di reggersi da solo: essa offre sostegno, forza e stabilità. Il simbolo della stampella può anche essere considerato una rappresentazione della tradizione, in quanto sostiene importanti valori umani.








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Gli Elefanti di Dalí

L’immagine dell’Elefante appare per la prima volta nei quadri di Dalí nel 1941, nel dipinto Sogno Causato dal Volo di un’Ape, per poi incarnarsi come simbolo nel famoso dipinto dell’artista del 1946, La Tentazione di Sant’Antonio. Gli elefanti di Dalí hanno zampe lunghe e sottili, che accentuano il contrasto tra la robustezza e la fragilità, e l’idea di assenza di peso pur con una struttura. Gli elefanti si muovono graziosamente senza alcuno sforzo, in un’atmosfera impalpabile.








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I Cassetti di Dalí

I cassetti nell’opera di Dalí hanno origine dall’influenza di Freud e della psicanalisi sull’artista: “il corpo umano è pieno di cassetti segreti che solo la psicanalisi è in grado di aprire”. I cassetti rappresentano desideri nascosti e la sensualità segreta delle donne. Dalí li rappresenta spesso leggermente aperti, a suggerire che i segreti che essi custodiscono sono ormai noti e non vi è più bisogno di temerli. I cassetti simboleggiano inoltre segreti nascosti, ricordi e il subconscio, esprimono la nostra naturale tendenza a esplorare quanto vi è di chiuso e il fascino del mistero.







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Le Lumache di Dalí

La lumaca occupa una posizione importante nell’universo daliniano, in quanto è strettamente collegata a un evento significativo nella vita dell’artista: il suo incontro con Sigmund Freud. Dalí credeva che niente gli succedeva per caso e rimase affascinato quando vide una lumaca su una bicicletta fuori dalla casa di Freud. Collegò la lumaca alla testa umana, in particolare alla testa di Freud. Come per l’uovo e l’aragosta, i gusci duri e l’interno molle delle lumache affascinavano Dalí e la geometria delle loro curve lo incanta
 
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