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Peter Paul Rubens Le tre Grazie (The Three Graces) 1638 Olio su tela, 221 x 181 cm. Madrid, Museo Nacional del Prado
Una rapida scorsa all’opera pittorica di Rubens è sufficiente per rendersi conto di quale fosse il suo ideale di bellezza femminile, del quale questo dipinto rappresenta quasi una summa. Le forme opulente delle figure muliebri dipinte dal maestro di Anversa diventano protagoniste assolute di quest’opera, acquistata dal re Filippo IV e relegata anch’essa per un certo tempo nell’Accademia di San Fernando a Madrid perchè ritenuta eccessivamente audace. A modelli come questi guardarono maestri ottocenteschi come Courbet e Renoir e, in tempi più vicini a noi, Giorgio de Chirico quando dipingeva le sue Andromeda durante il periodo denominato comunemente barocco.
Il clima del dipinto non è molto lontano da quello del Giudizio di Paride: là Venere, Giunone e Minerva, le tre dee che si contendevano l’onore di ricevere il pomo d’oro per la più bella; qui le divinità stesse della bellezza e della grazia, Eufrosine, Aglaia e Talia, sono raffigurate abbracciate perchè tra i loro principali attributi vi erano la socievolezza e l’amabilità. Anche le rose, che qui fioriscono nel cespuglio sopra le teste delle dee, erano associate alle Grazie, che a volte vengono raffigurate nell’atto di donare serti di questi fiori. In un altro famoso dipinto di Rubens, L’Educazione di Maria de’ Medici, il pittore raffigurò le Grazie - stavolta meno abbondanti e più vicine a un modello raffaellesco - mentre assistono all’istruzione della futura regina e le porgono una corona di rose come segno della loro benevolenza. Nella figura di destra di questo quadro, la più vicina alla fontana che getta acqua da una cornucopia, si riconosce comunemente un ritratto di Hélène Fourment, così come nella Venere del Giudizio di Paride. (Mar L8v)
Edited by Milea - 13/3/2023, 21:06
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