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Antonio di Giovanni de Antonio detto Antonello da Messina
L'Annunciata
Olio su tavola, cm 45 x 34,5
Palermo, Galleria Regionale della Sicilia
Antonello riprende l'idea dell'Annunciazione come evento puramente spirituale, senza angelo, già realizzata pochi anni prima nel dipinto di Monaco. La composizione, pur sviluppata con un più marcato accento prospettico, è analoga alla precedente, ma diversa ne è la sua interpretazione. Il trasalimento e l’emozione che la permeavano sono qui tralasciati in favore di un’immagine pacata e perfettamente misurata. Lo sguardo della Vergine non è più rivolto all’esterno, in una direzione precisa, ma evoca piuttosto un momento di profonda concentrazione interiore. Lo svolgimento dell’azione è percepibile soltanto attraverso il gesto delle mani, una piegata a chiudere il mantello, l’altra sollevata a mezz’aria. Nel suo movimento, che esprime al contempo attenzione, sorpresa e consapevolezza, si concentra la tensione del dipinto.
Roberto Longhi l’aveva definita nel 1914 “la mano più bella che io conosca nell'arte”, e davvero si ha l’impressione che le dita e il palmo, definiti dalla mobilità di luci e ombre, stiano ruotando nello spazio. Sul piano stilistico l’opera è prossima al San Sebastiano, di cui ripete la bellezza geometrica nell'ovale del volto, nel triangolo lasciato scoperto dal manto, nella prospettiva delle pagine sfogliate del libro e dello scrittoio ligneo, il cui angolo è puntato verso l'osservatore, così come accade nella rovinatissima Pietà Correr. Nuovamente, la quasi astratta perfezione formale è ammorbidita dalla luce, che rende il personaggio vivo, pur nella distanza soprannaturale che allontana il nostro mondo da quello raffigurato. Il dipinto è forse identificabile con la “Madona con un libro avanti” vista nel 1660 in casa del barone Tassis da Marco Boschini, autore della Carta del navegar pitoresco, una guida de dipinti esistenti a Venezia nel XVII secolo. (Mar L8v)
Edited by Milea - 8/12/2022, 14:08 |
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