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Henri Matisse Jeannette IV 1910,1911 Bronzo a cera persa, patina scura 61 x 23,5 x 27,5 cm Donazione Pierre Matisse 1991 Parigi, Centre Pompidou
Le cinque versioni di Jeannette (Jeannette Vaderin, vicina dei Matisse a Issy-les- Moulineaux; posò anche per la Ragazza con tulipani, 1910, San Pietroburgo, Hermitage) sarebbero state a quanto pare eseguite a Issy, le prime quattro nel 1910 - 1911, la quinta nel 1912 - 1913.
Queste sculture sono naturalmente opere distinte e perfettamente autonome, ma possono essere anche lette, il che è significativo, come tappe o stati di un lavoro di elaborazione formale condotto a partire da un ritratto inizialmente reso in uno stile relativamente classico.
A quanto pare Matisse rifletté a lungo sulla possibilità offertagli dalla scultura, di esporre le tracce del processo di decantazione/deformazione che gli era proprio; un processo che lo portava da una visione primaria in cui si concentrava l’emozione ricevuta (ancorchè non tradotta compiutamente) a una visione sempre meno comune (nel senso di una percezione condivisa) e sempre più “espressiva”, o deformata, o particolare.
Se la prima versione, l’unica eseguita dal vero con la modella, costituiva a tutti gli effetti un punto di partenza realistico, nella terza versione Matisse opera già cambiamenti spettacolari: i capelli sono distribuiti in quattro masse separate e disuguali che corrispondono al naso accentuato, alle profonde cavità che contengono le orbite ingrandite, scavate su ciascun lato del naso, alle guance gonfie e deformate.
Significativamente, a partire da questa versione, Matisse tratta il volto come elemento di una massa scolpita che ormai ingloba il collo e la parte arrotondata di una gola-piedistallo, partecipando al ritmo espressivo della scultura.
L’unità iniziale si frammenta in una molteplicità di elementi forti che in Jeannette IV – conclusa nel 1911 (essa figura infatti nell’ Atelier rosso datato 1911, New York, MoMA) e punto di arrivo di questa prima tappa del lavoro – tendono a svilupparsi in maniera indipendente gli uni dagli altri.
Le bande di capelli somigliano ormai a bulbi, gli occhi appesantiti sono rilavorati in rilievo, il naso appuntito e ricurvo si protende come un becco: siamo di fronte a una forma straordinariamente energica e persino aggressiva, percorsa da un ritmo organico (vista frontalmente, nel senso del gonfiamento e dell’assottigliamento; vista di profilo disegnando un grande zig-zag).
Nata da un profondo lavoro di analisi su tutto ciò che era stato fatto nel corso dell’Ottocento, e in particolare da Rodin, all’epoca questa forma non trovava equivalenti se non forse in Brancusi. (M.@rt)
Henri Matisse Jeannette I,II, III, IV, V New York, MoMA; Paris, musée d'Orsay, dépot au Musée Matisse de Nice
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