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Amedeo Modigliani
Ritratto di Frank Burty Haviland
(Portrait of Frank Burty Haviland)
1914
olio su cartone - 72,5 x 59,5 cm.
Milano, Collezione Gianni Mattioli
(in deposito presso la Peggy Guggenheim Collection, Venezia)
Il Ritratto di Frank Burty Haviland costituisce uno dei rari esempi in cui il modello viene ritratto di profilo, una scelta plausibilmente motivata dal grado di interesse che suggeriva a Modigliani il volto di Haviland, già di per sé allungato e ossuto, ma anche dal tipo di ricerca che aveva intrapreso sulla carta, studiando lateralmente le soluzioni per le sue Teste in pietra. Con una simile inquadratura, l’artista perviene a un risultato di una suggestiva raffinatezza formale, che dopo la stagione scultore e grafica di ispirazione primitivista, lascia intuire, per la prima volta, un’apertura alle preziosità lineari che avrebbero caratterizzato i suoi dipinti.
L’uomo appare di profilo, con il capo reclinato in posa meditativa: le palpebre sono calate e la bocca appena dischiusa, un particolare quest’ ultimo, che si giustifica con la pipa impugnata nella mano destra. Una sciarpa rossa, che sembra riflettersi sul volto, impreziosisce l’abbigliamento. Lo sfondo, dove si stagliano telai di quadri accatastati nello studio dell’artista livornese, trova solo una sommaria quanto confusa definizione.
Il pittore francese di origini americane Frank Burty Haviland lavorò a Parigi tra gli anni Venti e Trenta del Novecento, dove strinse amicizia con diversi artisti d’avanguardia, in particolare Picasso. I contemporanei lo descrivono come uomo di raffinata eleganza: si contraddistingueva per il portamento aristocratico e la ricercatezza nel vestire: un dandy, insomma, come emerge dal dipinto di Modigliani. (M.@rt)
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