Venezia dal Canale della Giudecca, William Turner, 1840

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view post Posted on 29/1/2023, 21:40     +7   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Turner_venezia-dal-canale-della-Giudecca-P

Joseph Mallord William Turner
Venezia dal Canale della Giudecca
(la chiesa di Santa Maria della Salute)
Venice from the Giudecca
olio su tela - 61 × 91,4 cm.
Victoria and Albert Museum, Londra


Prima della fotografia, la pittura a olio era il modo principale per registrare vedute di città antiche e molti artisti furono incaricati di produrre vedute di luoghi storici. La pittura a olio era un mezzo pittorico preferito e più duraturo dell’acquerello. Era anche più costoso e richiedeva più tempo dell’acquerello.

Oggi diamo per scontato che Turner sia stato un grande e significativo pittore, ma non è sempre stato così. Le risposte critiche a questa e ad altre opere, erano per lo più aspre e offensive. Solo il sostegno di collezionisti esigenti e conoscitori della pittura contemporanea come John Sheepshanks permise a Turner di persistere nel dipingere il modo poetico e moderno in cui vedeva il mondo, in un modo radicalmente diverso dai suoi contemporanei. Il dipinto fu esposto alla Royal Academy insieme a “Venezia, il Ponte dei Sospiri” , praticamente un suo pensant, e “La nave negriera”.


Venezia-il-ponte-dei-sospiri-P

Joseph Mallord William Turner
Venezia, il Ponte dei Sospiri
1840
olio su tela - 68,6 × 91,4 cm.
Tate Britain, Londra



Dal momento che la critica era interamente occupata a denigrare quest’ultimo, poco si occupò delle due tele veneziane; solo il “Blackwood’s Magazine” non mancò di riservare qualche giudizio sfavorevole: “i palazzi sembrano costruiti con la neve per il gioco dei bambini”, scrisse nel numero di settembre, sottolineando, in modo decisamente eccessivo, una caratteristica comune a entrambe le opere, specie nel “bianco abbagliante e gessoso di Santa Maria della Salute”, particolarmente evidente grazie anche all’ottimo stato di conservazione della tela, posta dal 1893 in un contenitore a tenuta d’aria, la cosiddetta “cassa di Simpson”.



Il dipinto fu donato al Victoria and Albert Museum nel 1857 da John Sheepshanks che lo aveva commissionato, come conferma una lettera di Turner del gennaio 1840, nella quale fa riferimento alle preferenze del committente circa le dimensioni della tela. In una successiva lettera, datata 4 maggio 1840, l’artista gli offrì anche il “Venezia, il Ponte dei Sospiri”, pendant dell’opera commissionata, ma senza successo.

La tela presenta una veduta assai dettagliata della città lagunare; a differenza di altre scene veneziana non vi è lo smaterializzarsi delle forme della luce, bensì una limpidezza e un’ampiezza spaziale che rimanda alle tele del Canaletto.

Turner ha sperimentato con luce e colore, contrastando la sua rappresentazione luminosa della chiesa a cupola di Santa Maria della Salute con le tonalità fangose dell’acqua sottostante. Come spesso accade nelle sue opere, il mare e gli edifici in questo dipinto sono rappresentati con una grandiosità teatrale. Gli edifici, disposti lungo una linea curva, creano un elegante sipario di pietra e marmi illuminati dal sole, mentre in primo piano, a sinistra e a destra de canale, un gran numero di merci animano la scena creando, anche da un punto di vista cromatico, un vivace contrasto con i toni chiari delle architetture e l’azzurro del cielo. La sua visione romantica di Venezia non è strettamente accurata in senso fotografico, ma dà un’Impressione vivida e onirica di un’antica città sotto un bel cielo. (M.@rt)





 
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