La fiancée rêvant, Marc Chagall, 1952

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view post Posted on 21/1/2024, 20:28     +11   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Marc Chagall
La fiancée rêvant
1952
firmato “Marc Chagall” (in basso a destra)
olio su tela - 56,5 x 52 cm.
Collezione privata


I protagonisti centrali di molti dipinti di Chagall sono amanti o sposi novelli, personaggi rapiti dall’entusiasmo iniziale dell'amore, che si sono abbandonati ad esso e si sono completamente dedicati l’uno all'altra. Per Chagall e la sua prima moglie Bella, che si sposarono nel 1915 e vissero insieme per quasi tre decenni, questa esperienza affettiva assunse un’intensità tale, che sembrava non dovesse mai vacillare o affievolirsi.

Fu un colpo devastante per Chagall quando, nel 1944, Bella morì precocemente e improvvisamente a causa di un’infezione virale, mentre vivevano a nord di New York durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale. La penicillina avrebbe potuto salvarla, ma questo nuovo farmaco era stato riservato esclusivamente all’uso militare. L’adorazione di Chagall per Bella divenne ancora più intensa dopo la sua scomparsa e continuò a celebrare l’impatto sulla sua vita in molti dipinti. Tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio degli anni Cinquanta ebbe una lunga relazione con Virginia Haggard McNeil, dalla quale ebbe un figlio. Si sposò nuovamente nel 1952, questa volta con Valentine (“Vava”) Brodsky, dopo un corteggiamento durato solo pochi mesi. La piacevole realtà dell’intimità domestica quotidiana, tuttavia, non avrebbe mai potuto scalzare la potenza del momento mitico ed eterno che Chagall aveva creato intorno al ricordo di Bella, né sminuire quei sentimenti ormai fissati in modo permanente nella mente dell’artista, il caveau fondamentale del suo vasto e sconfinato immaginario.


Nel dipinto, eseguito l’anno del suo matrimonio con Vava, ma poco più di un decennio dopo la morte di Bella, Chagall ritrae con devozione la sua amata, non segnata dalla morte o dal passare del tempo, di nuovo promessa sposa, che fluttua in un cielo paradisiaco illuminato dalla luna. Come ha scritto Sidney Alexander: “Chagall e Bella rimasero amanti, anche se sposati; monogami ma non monotoni; amanti fino alla fine, in una storia così felice da offrire pochi spunti al biografo o al romanziere. Da questo Eden domestico, vissuto e ricordato, uscì una serie infinita di epitalamie dipinte: Bella come dea, Bella come Venere, Bella come Betsabea; Bella come la sposa (Shulamita) del Cantico dei Cantici; Bella come un razzo bianco che si libra verso la luna. Anche dopo la morte di lei (quando viveva con Virginia) ogni volta che dipingeva una sposa era Bella; ogni volta che dipingeva un velo da sposa si riferiva a Bella”. (Marc Chagall, A Biography, New York, 1978). (M.@rt)



 
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