La recherche de l’absolu (La ricerca dell'assoluto), René Magritte, 1960

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view post Posted on 30/3/2024, 13:47     +10   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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“Tutta la vita dell’anima umana è un movimento nella penombra.
Viviamo, nell’imbrunire della coscienza,
mai certi di cosa siamo o di cosa supponiamo di essere”.
(Fernando Pessoa)


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René Magritte (1898-1967)
La recherche de l’absolu
1960
Firmato 'Magritte' (in basso a sinistra)
gouache su carta - 23,9 x 29,2cm.
Collezione privata


“La recherche de l’absolu”, squisita gouache autunnale del 1960, mostra uno dei motivi preferiti e più iconici dell’artista belga: la fronda dell’albero. Ma mentre nelle sue precedenti esplorazioni di questo tema la foglia era verde e si ergeva imponente, assurda, magica e magnifica nel suo contesto paesaggistico, qui è privata del “fogliame”, i rami o le venature descrivono la forma di una foglia e sono l’unica traccia rimasta del suo precedente aspetto verdeggiante.
Tuttavia, l’enfatica piattezza della foglia è stata mantenuta in questa immagine, consentendo di mantenere il gioco concettuale di Magritte. Allo stesso tempo, apparendo spoglia e lasciando così filtrare il bagliore rosa del cielo attraverso la sua trama di rami, “La recherche de l’absolu” raggiunge un profondo senso di lirismo visivo che si aggiunge all’adeguatezza del suo titolo, a sua volta tratto da un celebre romanzo omonimo di Honoré de Balzac, pubblicato nel 1834, in cui la tesi di fondo è che dietro la quieta apparenza del vivere quotidiano si celano sentimenti, passioni e conflitti profondi. Secondo il maestro del surrealismo “tutto ciò che vediamo nasconde un’altra cosa; noi abbiamo sempre voglia di vedere ciò che è nascosto da ciò che vediamo”. In questo dipinto l’artista stimola l’osservatore a riflettere sulla realtà, ad andare al di là delle apparenze, per cercare questi significati nascosti. L’opera è stata presentata in diverse mostre, tra cui due rassegne internazionali dedicate all’arte di Magritte.


“La recherche de l’absolu” è una rivisitazione a guazzo di un tema che Magritte aveva esplorato per la prima volta nel 1940 in tre dipinti (uno dei quali è oggi di proprietà del Ministère de la Communauté Française de Belgique, a Bruxelles); i tre oli, di cui rimase particolarmente soddisfatto, raffigurano un grande albero nudo contro un paesaggio generico dominato da un vasto cielo.



René Magritte (1898-1967)
La recherche de l’absolu
1940




Scrisse di questo gruppo di opere, due orizzontali e una verticale, a Claude Spaak il 5 gennaio 1941: “Tra le tele recenti, ci sono tre versioni di ’La recherche de l’absolu’, che è un albero senza foglie, ma con rami che forniscono la forma di una foglia. Una versione si svolge la sera con il sole al tramonto, un’altra al mattino con una sfera bianca all’orizzonte e la terza mostra questa grande foglia che si erge contro un cielo stellato. Queste ricerche mi hanno permesso di produrre tre immagini molto pure, di cui sareste molto contento, credo”. Due versioni del dipinto vennero subito vendute e la terza, quella in notturno, rimase nelle mani di Magritte che oltre una decina di anni più tardi la ritoccò in alcuni punti.



René Magritte
La recherche de l’absolu
1940
olio su tela - 50 x 65,5 cm.
Collezione privata


Nel quadro ambientato in una serena notte stellata domina un albero foglia, un grande albero spoglio che assume la forma di una foglia ed i cui rami sembrano le nervature della stessa foglia. Magritte arriva pertanto a racchiudere in un’unica forma, sia un albero che una foglia giungendo così ad una sintesi sorprendente che li pone in una inestricabile relazione percettiva. La suggestione del dipinto si completa con il realistico profilo di alcune montagne e, appunto, con un cielo stellato. È tipico del Magritte maturo, ormai consapevole e padrone dei propri mezzi, confonderci e sorprenderci inserendo in un contesto estremamente realistico e verosimile ai nostri occhi, un elemento spiazzante e paradossale quale l’albero foglia.


In quell’opera, il caldo rosa crepuscolare della gouache del 1960 è assente, sostituito da un cielo blu fresco e nitido; delle altre due versioni del 1940, una mostra la foglia dell’albero protesa verso un cielo stellato e un’altra sostituisce il sole con una sfera appoggiata all’orizzonte, accentuando il contrasto con la piattezza introdotta dalla superficie piana della foglia. Osservando la veduta serale del 1940, la composizione è chiaramente simile: in entrambe le immagini, c’è una fascia di montagne lontane sovrastate da un sole rossastro. La scarnificazione della versione del 1940 può riflettere l’atmosfera dell’epoca, dipinta quindi dopo l'invasione e l’occupazione nazista del Belgio, paese natale di Magritte, avvenuta nel maggio dello stesso anno.



René Magritte
La géante
1935
firmato 'magritte' (in alto a destra); firmato, intitolato e datato ‘LA GEANTE MAGRITTE 1935’ (sul retro)
olio su tela - 73 x 60cm.
Collezione privata


Guardando “La recherche de l’absolu”, Magritte sembra essere stato ancora influenzato dal tono o dalle ansie dell’epoca, come si evince dall’immagine cruda e fredda della foglia d’albero spoglia. È un netto contrasto con la lussureggiante opulenza del primo albero-foglia, “La géante”, dipinto solo cinque anni prima.

All’inizio della Seconda guerra mondiale, Magritte si era preoccupato di come dipingere e di cosa dipingere; in seguito avrebbe iniziato a creare una serie di opere spesso piene di luce e di gioia, fino ad arrivare ai suoi quadri pseudo-impressionisti; questa risposta al conflitto fu considerata inappropriata da alcuni, che ritenevano che i tempi bui richiedessero un’espressione artistica cupa, eppure dimostrò un’incredibile forza di volontà, poiché Magritte usò i suoi quadri per invocare la pace e la pace.

Quando nel 1960 riprese il tema de “La recherche de l’absolu” nella gouache in esame, la tensione della Seconda guerra mondiale è ormai lontana; di conseguenza, la rivisitazione del tema ha un calore romantico che mancava nella sua più fredda incarnazione precedente. In effetti, la sensazione di romanticismo è alla base di questo quadro: ricorda alcuni dei tramonti e delle albe contemplative catturate con tanta poesia dal pittore tedesco Caspar David Friedrich. In effetti, il contrasto tra i rami, o le venature, di questa foglia d’albero contro il cielo rosa ricorda la sua opera del 1833 “Mattino di Pasqua” (Ostermorgen), oggi conservata al Musée Thyssen-Bornemisza di Madrid. Richiamando deliberatamente il linguaggio visivo di Friedrich, Magritte ha raffigurato il suo ampio paesaggio con un orizzonte basso, che conduce a una distanza meditativa, con la singola foglia d’albero in primo piano che funge da ancoraggio alla composizione, in analogia non per gli alberi del Mattino di Pasqua, ma piuttosto per le figure, spesso solitarie, che il maestro tedesco utilizzava nei primi piani dei suoi quadri. (M.@rt)




 
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