Dati: 1° la cascata 2° il gas d'illuminazione

Etant dionnés: 1° la chaute de l'eau 2° le gaz d'éclaraige - Marcel Duchamp, 1946-1966

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    Etant-donnes-esterno-P

    Marcel Duchamp
    Dati: 1° la cascata 2° il gas d'illuminazione
    (Esterno dell’installazione )
    Étant donnés: 1° la chute d'eau, 2° le gaz d'éclairage . . . (Given: 1. The Waterfall, 2. The Illuminating Gas . . . )
    1946-1966
    Scultura: assemblaggio di materiali diversi
    242,5 x 177,8 x 1245 cm.
    Philadelphia Museum of Art - Filadelfia


    Questo assemblage tridimensionale è l’opera cui Duchamp lavora in gran segreto nell’ultimo ventennio della sua vita: l’unica persona che ne è a conoscenza è la moglie Teeny, che fra l’altro lo aiuta a reperire i materiali necessari.

    Assemblaggio a tecnica mista:
    (esterno) porta in legno, chiodi in ferro, mattoni e stucco; (interni) mattoni, velluto, legno, pergamena su un’armatura di piombo, acciaio, ottone, stucchi e adesivi sintetici, lamiera di alluminio, schermo di filo d’acciaio saldato e legno; Peg-Board, capelli, pittura ad olio, plastica, graffette in acciaio, mollette di plastica, ramoscelli, foglie, vetro, compensato, cardine di pianoforte in ottone, chiodi, viti, cotone, stampe in collotipia, vernice acrilica, gesso, grafite, carta, cartone, nastro adesivo, inchiostro della penna, lampade elettriche, lampada a gas (tipo Bec Auer), gommapiuma, sughero, motore elettrico, scatola per biscotti e linoleum.

    Parte dei componenti di questa complessa struttura vengono infatti acquistati in Spagna (un’antica porta in legno e i mattoni entro cui è murata ); altri ( foglie e rami secchi ) vengono raccolti dai Duchamp nel corso di apposite scampagnate, con Teeny che accompagna Marcel guidando una vecchia giardinetta; dei mattoni usati o di scarto vengono recuperati a New York, per la strada nascondendoli entro sacchetti di carta che l’artista e sua moglie tolgono furtivamente di tasca.

    Quando Duchamp è costretto a cambiare studio e a trasferirsi dalla 14^ Strada all'11^ una ditta di traslochi si occupa delle parti più ingombranti, mentre lui trasporta tutto il resto pezzo per pezzo e con la massima cura. Nel 1968, al momento di lasciare New York per andare a trascorrere l’estate in Europa, il lavoro è ormai ultimato e Marcel si preoccupa di organizzare la sua presentazione finale, che grazie alla mediazione di un amico avverrà al Philadelphia Museum of Art.

    L’autore ha preparato un manuale di istruzioni per il montaggio della costruzione, accludendo fotografie, note e un modellino in scala: quando “Dati...” sarà allestita dopo la sua morte improvvisa, queste indicazioni si riveleranno assai preziose.

    Al visitatore del museo si mostra inizialmente solo una porta murata nella parete di una sala: la porta è chiusa e per vedere cosa vi sia all’interno si deve sbirciare attraverso due fori posti all’altezza degli occhi. Il fruitore dell’opera d'arte si trasforma così in un curioso voyeur: se decide di spiare, al suo sguardo si mostra una scena assai realistica, una sorta di diorama ad alto potenziale erotico che risulta al primo impatto urtante e fastidioso. ( Mar L8v )





    Edited by Milea - 4/2/2023, 10:28
     
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    Marcel Duchamp
    Dati: 1° la cascata 2° il gas d'illuminazione
    ( Interno dell'installazione )
    1946-1966
    Assemblaggio di materiali diversi
    242,5 x 177,8 x 1245 cm.
    Philadelphia Museum of Art - Filadelfia


    Duchamp ha costruito lo spazio oltre la porta come un vero proprio environnement (un ambiente).
    Al di là di una falla aperta in un muro di mattoni si apre un paesaggio luminoso: sullo sfondo la fotografia di una gola alpina racchiude una cascata, la “caduta d'acqua” annunciata dal titolo e teoricamente già inclusa nella “Slitta” del 1913-1915.

    Questo sfondo chiaro e sereno ricorda quello dipinto da Leonardo nella “Gioconda”, il quadro che Duchamp aveva fatto oggetto di scherno in “L.H.O.O.Q.”.

    In primo piano, su un letto di rami e foglie è distesa una donna nuda: il suo corpo tridimensionale è assai realistico, poiché è costituito da una forma di gesso ricoperta in superficie con pelle animale appositamente trattata e colorata. La testa della donna (che è la Sposa “desiderosa” del Vetro) non si vede e la posizione delle sue gambe ricorda “L’origine del mondo” di Courbet.

    La donna ha un braccio sollevato e tiene alzata una lampada a gas accesa: da un appunto dello stesso Duchamp si ricava che il “gas d’illuminazione” era (dopo la cascata) il secondo elemento che dava per scontato nel ”Grande Vetro”. In questa scena lo Scapolo non si vede: forse resta nascosto al di là del muro.

    Stando al confronto con un’incisione del 1968 dal titolo “Le Bec Auer” (nome di una lampada a gas) in cui si vede una donna nello stesso atteggiamento della protagonista di “Dati...” e un uomo di spalle, nudo e seduto davanti a lei, sembra probabile che la posizione dello Scapolo venga a coincidere con quella di chi spia la scena dal buco della porta: a questo punto per l’osservatore non vi è più la possibilità di sottrarsi all’esperienza attiva dell’arte. ( Mar L8v )



    Edited by Milea - 4/2/2023, 10:45
     
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