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Antonio di Giovanni de Antonio detto Antonello da Messina Pietà (Cristo in pietà e un angelo) Olio su tavola, cm 74 x 51 Madrid, Museo Nacional del Prado
Il forte accento patetico del dipinto si ricollega direttamente all'atmosfera drammatica del “Cristo alla colonna”, in precedenza estranea all'opera del messinese. Dal punto di vista iconografico, la Pietà doveva essere concepita durante il soggiorno veneziano.
L'esplicita tangenza con esemplari belliniani indica come Antonello avesse continuato a meditare, dopo la versione del Museo Correr, sui testi pittorici del collega e rispondesse a distanza alle sue invenzioni.
L'inquadratura e la testa riversa all’indietro ricordano infatti la cimasa vaticana della Pala di Pesaro di Giovanni, mentre il gesto dell’angelo, che ricopre pietosamente il braccio di Gesù con un lembo del mantello, sembra derivare direttamente dalla Pietà del veneziano conservata a Londra.
Il pittore interpreta però tali spunti in maniera personale, utilizzando alcune soluzioni adottate per il Cristo in colonna.
Le due opere hanno in comune il taglio ravvicinato e la posizione della testa di Cristo, al punto che esse appaiono pressochè sovrapponibili, osservazione che ha portato a ipotizzare dubitativamente l'uso del cartone.
Nonostante la novità della composizione e la splendida fattura del corpo paragonata a quello del “ San Sebastiano”, nell’opera deve essere intervenuto anche un collaboratore, il figlio Jacobello.
Il paesaggio non ha nulla della profondità atmosferica caratteristica di Antonello, alla cui misura è estraneo anche il fiotto di sangue che sgorga dalla ferita nel costato; altrettanto insolita è la cromia metallica, la sua tonalità fredda: è possibile che Antonello non sia riuscito a dare la stesura finale volta ad amalgamare le singole parti.
A livello delle sue realizzazioni più alte sono invece le labbra terree e il volto di Cristo scavato dalla sofferenza, così come le mani raffigurate in due scorci magistrali. (Mar L8v)
Edited by Milea - 8/12/2022, 10:56
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