Le roman populaire (Il romanzo popolare), René Magritte, 1944

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view post Posted on 19/3/2024, 21:04     +11   +1   -1
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"Fascino e minaccia possono rafforzarsi a vicenda con la loro fusione"

René Magritte





René Magritte
Il romanzo popolare
(Le roman populaire)
1944
Firmato "Magritte" (in basso a sinistra);
iscritto e datato "Le Roman Populaire" 1944" (sulla lastra)
Olio su tela
50.2 x 65.4 cm
Collezione privata


Realizzato nel 1944, l'onirico "Le roman populaire" di René Magritte è incentrato sulle forme aggraziate di una giovane donna: un esempio di bellezza ed eleganza sensuale, che appare persa nelle sue fantasticherie, incurante dello sguardo dell'osservatore. Sullo sfondo dei riflessi increspati di un fiume delimitato da un banco di salici piangenti, i suoi lineamenti delicati e i suoi capelli increspati sono resi con una precisione che offre un netto contrasto con i bordi morbidi e sfocati del paesaggio immerso nel delicato bagliore rosa del sole al tramonto. Combinando lo stile preciso e altamente levigato che aveva caratterizzato l'opera dell'artista dalla fine degli anni Venti con un approccio più libero e vivace alla pennellata e alla forma, questa composizione evidenzia le influenze divergenti che stavano plasmando la visione artistica di Magritte durante i turbolenti anni Quaranta.


Vivendo all'ombra della Seconda guerra mondiale, Magritte ritenne che fosse necessario un nuovo idioma visivo per rispondere adeguatamente agli orrori del conflitto e iniziò a sperimentare una tecnica decisamente impressionista, ispirata alla tarda carriera di Pierre-Auguste Renoir. Creando opere piene di luce, colori e pennellate vivaci e libere, Magritte chiamò questo nuovo stile "Le Surréalisme en plein soleil" (Surrealismo in piena luce del sole) e riteneva che, combinando il piacere estetico di belle scene piene di colori con immagini sovversive e misteriose, avrebbe potuto rivelare al meglio il caos intrinseco del mondo. Scrivendo all'amico Paul Éluard nel 1941, Magritte descrisse questo cambiamento nella sua arte: "Sono riuscito a portare un vento nuovo nella mia pittura. Nei miei quadri un'enorme magia ha ora sostituito la poesia inquietante di cui tanto mi sforzavo di ottenere l'effetto. Nel complesso, il piacere sostituisce ora tutta una serie di interessi essenziali che desidero sempre più tralasciare...il potere di questi quadri è quello di rendere acutamente consapevoli delle imperfezioni della vita quotidiana" (Magritte, in una lettera a Paul Éluard, dicembre 1941, citata in S. Gohr, Magritte: Attempting the Impossible, New York, 2009, p. 191).


In "Le roman populaire", Magritte adotta una visione ravvicinata dell'eterea giovane donna, concentrando il nostro sguardo sul modo in cui i suoi lussureggianti e folti capelli dorati ricadono a onde intorno al viso, ricadendo sulla spalla destra in un grande flusso di colore. Indossando una delicata chemise che le lascia le spalle scoperte, un indumento che mette in risalto la sua pelle luminosa e liscia e l'elegante curva del collo quando gira la testa di lato, la figura emana una calma serenità. Per molti versi, la posa ricorda la modella dell'opera perduta "Léda et le cygne" di Tony Robert-Fleury, di cui è stata ritrovata una cartolina tra gli oggetti di Magritte, soprattutto per il modo in cui la giovane donna guarda verso il basso in direzione della rosa, con il fiore dai colori vivaci che prende il posto del becco del cigno. Questa rosa, che sembra fluttuare a mezz'aria, conferisce una nota di mistero alla scena: non fissata ai capelli o appuntata dietro l'orecchio, dove di solito ci aspetteremmo che sia, sembra librarsi, senza peso, tenuta in posizione dalla sola forza dello sguardo. Come tale, "Le roman populaire" si allinea a molte altre importanti composizioni dell'opera di Magritte, in cui la rosa è collocata in ambienti e situazioni incongrue. Dalla sostituzione del pugnale portato dal cattivo Fantômas in Le retour de flamme del 1943 (Sylvester, n. 535), alla creatura ibrida antropomorfa che fonde la rosa con la parte inferiore del corpo di una giovane donna con i tacchi nell'incisione a penna Les troubles du coeur (Sylvester, n. 529), fino a Le tombeau des lutteurs (Sylvester, n. 912), dove un fiore ingrandito riempie l'intera superficie di una stanza altrimenti banale, il romanticismo intrinseco del fiore trasforma l'atmosfera di ogni scena, trasformando il minaccioso in appassionato, l'ordinario in magico.


Dopo aver completato "Le roman populaire" nel giugno 1944, Magritte scrisse al suo caro amico, il poeta Marcel Mariën, chiedendogli di inventare un nuovo titolo alternativo per il dipinto. Anche se la composizione manterrà il suo nome originale, questo scambio mette in luce un aspetto importante della pratica creativa di Magritte in questo periodo: permettere a un individuo distinto di scegliere i titoli per le sue opere finite, spesso passando la responsabilità ai suoi compatrioti del movimento surrealista belga. Per Magritte, tali titoli conferivano un ulteriore strato intenzionalmente enigmatico alle sue composizioni, provocando un impegno più profondo con il soggetto. Come dichiarò in seguito: 'I titoli dei quadri non sono spiegazioni, e i quadri non sono illustrazioni di titoli. Il rapporto tra il titolo e l'immagine è poetico, cioè coglie solo alcune caratteristiche dell'oggetto di cui di solito non siamo consapevoli, ma che a volte intuiamo, quando accadono eventi straordinari che la logica non è ancora riuscita a chiarire" (Magritte, citato in K. Rooney & E. Plattner, eds., René Magritte: Selected Writings, transl. J. Levy, Londra, 2016, p. 112). (Mar L8v)





"L'occupazione tedesca ha segnato una svolta nella mia arte.
Prima della guerra i miei dipinti esprimevano ansia, ma le esperienze belliche
mi hanno insegnato che ciò che conta nell'arte è esprimere fascino.
Vivo in un mondo molto sgradevole e il mio lavoro vuole essere una controffensiva"

René Magritte



 
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